L’AMORE CHE DIVENTA FECONDO

Eleonora Buischio e Roberto Veronese da La Difesa del popolo di domenica 23 gennaio 2022

Pienamente genitori grazie a Paola

Stiamo vivendo un periodo di quarantena che ci costringe a rimanere in casa isolati da tutto e da tutti. Niente di grave, per fortuna, ma ne approfittiamo per ripercorrere la strada che ci ha portati a oggi.
Da sempre la nostra idea di famiglia era caratterizzata dalla presenza di figli, figli che abbiamo cominciato a cercare da subito ma che non arrivavano. Per tanti anni abbiamo atteso la sorpresa di una gravidanza che non sopraggiungeva. La diagnosi era un’infertilità grave che non ci permetteva di realizzare questo sogno.
Da quella triste realtà iniziò il nostro cammino, un sentiero tortuoso a volte ripidissimo e sconnesso, a volte di riposo e ripresa ma molto, molto lungo. Inizialmente ci siamo affidati alla medicina attraverso percorsi di procreazione medicalmente assistita, che ci hanno creato molte aspettative ma anche tante delusioni. Nel frattempo, ci siamo avvicinati, senza alcuna speranza, al percorso adottivo. Abbiamo frequentato i diversi corsi obbligatori e gli incontri e conosciuto tante altre coppie con lo stesso nostro desiderio. Abbiamo affrontato l’ultima inseminazione assistita a dicembre 2017 e a Natale abbiamo scoperto che anche questa aveva avuto esito negativo. Estenuati e ormai convinti a rinunciare, abbiamo scelto di rilassarci qualche giorno in montagna. Tra una discesa e l’altra, mentre ci stavamo gustando una fetta di strudel, è arrivata una telefonata inaspettata da un numero sconosciuto. Era il Tribunale che ci invitava a rientrare: c’era stata abbinata una bimba appena nata, un angioletto di 19 giorni che ci stava aspettando. È stata la notizia più bella della nostra vita. Siamo tornati a casa con una carica di gioia, curiosità, paura e speranza al tempo stesso. Ripensando a tutto il percorso fatto possiamo dire di non aver avuto la possibilità di godere del periodo della gravidanza, che tanto desideravamo ma abbiamo avuto la fortuna di apprezzare l’attesa di diventare genitori. Da quel momento è iniziato il nostro cammino di genitori adottivi, un’esperienza bellissima. Tutti quei giorni sono impressi nel nostro cuore e nella nostra mente. All’inizio l’adozione ci sembrava una cosa che non ci apparteneva, però ci siamo fatti accompagnare dalle istituzioni e dalle tante figure professionali che piano piano ci hanno aiutato a elaborare la nostra infertilità e hanno capito il nostro bisogno di voler diventare genitori fino al momento dell’incontro con Paola. Da quando lei è arrivata il nostro desiderio di maternità e paternità è stato ampiamente esaudito e ogni giorno che passa ci rendiamo conto dell’immenso dono che abbiamo ricevuto e continuamente riceviamo attraverso la sua vivacità, i suoi sorrisi e la sua presenza. Non ci sentiamo meno genitori di chi ha avuto figli naturali, anzi: condividiamo la gioia immensa dell’adozione ma soprattutto l’invito a seguire i sentieri che Dio ha tracciato per noi, sebbene a volte fatichiamo a comprenderli, condividerli o sentirli nostri. Essere genitori significa anche fidarsi della fedeltà di Dio.

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