Il pensiero di questo mese riguarda la Pasqua. Noi abbiamo scelto di proporvi alcune frasi tratte dal Vangelo e da un commento di padre Ermes Ronchi che a noi sono davvero piaciute tanto.
“Nel giorno dopo il sabato, Maria di Magdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro.”…(Gv 20,1)
Pasqua è la festa dei macigni rotolati via dall’imboccatura del cuore e dell’anima. E ne usciamo pronti alla primavera di rapporti nuovi, trascinati in alto dal Cristo risorgente.
Pasqua è la suprema avventura della storia. E ci chiama a celebrare ad occhi aperti l’immensa migrazione degli uomini verso la vita. Ci chiama ad alzarci, a misurarci nel duello di vita e morte, disperazione e speranza, che si combatte in noi.
Se io comincio a pensare che nella profondità della materia, in me, nelle parti oscure del mio essere è discesa la luce divina per illuminarmi, per risuscitare amore e bellezza, allora anch’io posso dire di essere nella Pasqua ciò che il Credo dice di Cristo, anch’io sono “luce da luce”. In me e in ciascuno, nel santo e nel peccatore, nel ricco e nell’ultimo immigrato, nella vittima e perfino nel carnefice c’è il Cristo risorgente, qui e ora risorgente, che trascina verso l’alto, come un fiume di luce, tutte le cose, fino a che sarà tutto in tutti. Che già trascina i discepoli: “Correvano insieme Pietro e Giovanni, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro.”
Giovanni, il discepolo che Gesù amava, arriva per primo a capire il significato della risurrezione. Proprio perché il lasciarsi amare da Dio, accogliere l’amore, questo amore passivo, è gravido delle rivelazioni più alte. Allora, in questo giorno, amami tu, Signore. Anche se non sono amabile, anche se sono povero e ti amo poco, anche se non lo merito, amami tu, Signore. Quando non ho voglia di amarti, quando ho paura e fuggo, quando nessuno mi ama, amami tu Signore. E correrò, come Giovanni; mi volterò verso di te, come Maria; brucerà il cuore, come ai due di Emmaus. Amami tu, Signore. E sarà Pasqua.
Daniele e Mariapia