GIUGNO… ” e sarai servo…

… servo di ogni uomo, sacerdote dell’umanità ".

Mentre la domenica mattina ci prepariamo per andare a messa, echeggiano tra le mura di casa i versi della canzone “Servo per amore”. Le nostre figlie Anna e Giulia, prima di sedersi tra le fila del coretto parrocchiale, ripassano quasi sopra pensiero “… e sarai servo, servo di ogni uomo, servo per amore, sacerdote dell’umanità”.

Anche noi siamo sopra pensiero o, per meglio dire, siamo indaffarati in mille cose che pure la domenica mattina facciamo di corsa se vogliamo giungere puntuali alla messa delle 9.30, quella più partecipata dai ragazzi. Non è il modo migliore per prepararsi alla celebrazione eucaristica, ma nonostante i buoni propositi (di recitare una preghiera insieme a colazione, di leggere prima il Vangelo del giorno, di arrivare in chiesa in anticipo), non riusciamo a liberarci dalla morsa dei piccoli assilli quotidiani … sicché spesso arriviamo in chiesa alla spicciolata e ci accomodiamo sui banchi in ordine sparso! Ben venga allora un canto ascoltato in casa dalla viva voce delle figlie, almeno così entriamo nello spirito della festa.

La messa domenicale è il punto di incontro più bello e più forte tra Dio – Padre, Figlio e Spirito Santo – e la comunità dei credenti, ma anche tra la comunità dei credenti ed il sacerdote celebrante, il buon pastore che – come dice Papa Francesco – dovrebbe portare sempre addosso “l’odore delle sue pecore”.

Quando i versi “… e sarai servo, servo di ogni uomo, servo per amore, sacerdote dell’umanità” – sentiti sopra pensiero tra le mura domestiche – vengono cantati in chiesa dal coro e dall’assemblea, affiorano alla mente i volti e i nomi di tanti sacerdoti che hanno segnato la nostra storia personale, di coppia e di famiglia. Sacerdoti compagni di esperienze giovanili, assistenti di Azione Cattolica, missionari, parroci e vicari delle comunità che abbiamo frequentato e che hanno celebrato il nostro matrimonio e i sacramenti dell’iniziazione cristiana delle figlie, come pure sacerdoti che non abbiamo conosciuto di persona ma di cui abbiamo letto preghiere e libri, come il cardinale Carlo Maria Martini ed il vescovo Tonino Bello.

Tutti sono – o sono stati – servi per amore, sacerdoti dell’umanità e ogni domenica ci piace affidarli uno ad uno al Signore, quando nel corso della preghiera eucaristica il celebrante dice: “Ricordati Padre della tua Chiesa diffusa su tutta la terra: rendila perfetta nell’amore in unione con il nostro Papa Francesco, il nostro Vescovo Antonio e tutto l’ordine sacerdotale”. E’ una preghiera semplice ed intensa, con cui si invoca la vera comunione ecclesiale tra i fedeli laici e i sacerdoti; vorremmo proporla questo mese come preghiera da recitare in famiglia, pensando a tutte le vocazioni sacerdotali e religiose che hanno arricchito e continuano ad arricchire la fede e la vita nostra e di tanti credenti.

L’apostolo Paolo, nella lettera ai Galati (vd. liturgia della Parola di domenica 9 giugno), ci offre un’interessante chiave di lettura della sua vocazione sacerdotale, quando afferma che “Dio … mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia, si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché lo annunciassi in mezzo alle genti, subito, senza chiedere consiglio a nessuno, senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me”.

Quella descritta da San Paolo, più che una chiamata alla sequela di Gesù, appare quasi come una necessità fisiologica che non ammette mediazioni o tentennamenti di sorta: egli è stato scelto da Dio per annunciare il Vangelo alle genti, “subito, senza chiedere consiglio a nessuno” (anche se non dubitiamo che lo Spirito Santo lo abbia molto consigliato nella sua missione!). Per nostra fortuna l’apostolo precisa che Dio lo chiamò “con la sua grazia”. Ci sembra che questa espressione stia ad indicare il modo garbato di Dio, la sua capacità di entrare nella storia di ciascuno al momento giusto e soprattutto la sua tenerezza nel rapportarsi con ogni uomo, rispettando la libertà che Egli ha concesso a tutti i suoi figli.

Ringraziamo il Signore perché “con la sua grazia” ogni giorno entra nella nostra vita e nella vita delle persone consacrate a Lui, per donarci il suo amore e la sua compagnia. In particolare questo mese invochiamo la sua benedizione sulle persone che hanno ricevuto e riceveranno l’ordine sacerdotale, affinché sappiano essere servi per amore, sacerdoti dell’umanità, capaci di annunciare il Vangelo alle genti con la stessa passione di San Paolo.

Gianluca e Antonella