NOVEMBRE … verso la santità

NOI FAMIGLIE CHIAMATI ALLA SANTITA' QUOTIDIANA

 Il mese di Novembre inizia con una solennità che a volte viviamo sotto tono e che questa volta invitiamo a riscoprire e a meditare, soprattutto con il vangelo di quel giorno.

 

Il primo di novembre la Chiesa ricorda i Santi, senza necessità di farne i nomi: sono uomini e donne che hanno cercato ed amato intensamente Dio; persone di grande carisma, conosciute, amate e pregate ma anche persone delle quali non conosciamo nulla, ma che nel lungo corso dei secoli hanno accolto la parola di Cristo che disse: “Vi ho dato l'esempio, perché, come ho fatto io facciate anche voi.” (Gv13,15) e ne hanno fatto il loro programma di vita, con una esistenza profondamente radicata in Lui, il Figlio di Dio, il Redentore, che amarono con tutte le loro forze, rendendolo presente tra gli uomini

In ciascuno di noi esiste la nostalgia alla santità, poiché ad essa siamo chiamati.

– Il santo non è uno nato predestinato; uomini e donne come noi, si sono fidati e lasciati fare da Dio. Santo è chi lascia che il Signore riempia la sua vita fino a farla diventare dono per gli altri.

– I santi sono persone comuni, o persone dotate di un carisma particolare. Sono modelli che la Chiesa indica a tutti, cristiani e non, perché tutti, nessuno escluso, siamo chiamati alla santità, cioè alla salvezza.

– Santi di cui si fa memoria, pur senza invocarne il nome, sono quella schiera, veramente infinita, di uomini e donne, che hanno risposto generosamente alla chiamata di Cristo sulla via delle beatitudini, quella “via stretta” che conduce alla salvezza e alla comunione con Dio.

Le Beatitudini ci ricordano con forza qual è la logica di Dio.

 

Il “beati!”, che Gesù ripete nove volte sono, quelli che vivono fin d'ora la felicità, sono i miti, i pacifici, i puri, quelli che vivono con intensità e dono la propria vita, come i santi: coloro che hanno preso sul serio le Beatitudini e si sono impegnati a viverle.

Ecco quindi il punto di verifica che ci propone oggi la Chiesa: siamo disposti a sottoporre la nostra vita al vaglio delle Beatitudini, per capire se siamo o no sulla via del Regno che è la via della Santi? Forse ci manca il coraggio perché non crediamo abbastanza all'amore con cui siamo amati!

Eppure il Signore vuole che noi siamo davvero membra vive del suo Corpo, tralci consapevoli di essere uniti a Lui che è la vera vite.

La santità diventa allora storia quotidiana delle nostre scelte, delle nostre decisioni ed è molto bello pensare che Dio Padre guarda in noi il volto di Cristo …e ci tiene nel suo cuore.

E’ molto bello pensare che anche noi semplici famiglie senza particolari carismi possiamo rendere presente l’Amore di Dio e la sua Santità attraverso la nostra adesione all’insegnamento delle Beatitudini.

Noi siamo quelli della quotidianità, dei piccoli passi, dell’allenamento quotidiano. Anche se non compiamo grandi gesti, possiamo essere la goccia che può scavare. Come? Facciamoci aiutare dal semplice e pratico, ma nel contempo profondo, insegnamento di Papa Francesco nell’udienza dello scorso 6 agosto:

 

“Vi do un compito da fare a casa: prendete il Vangelo, quello che portate sempre con voi – dovete sempre portare con voi un piccolo Vangelo, nella borsa, nelle tasche – e nei primi capitoli di Matteo ci sono le Beatitudini. A casa, leggetele: lo farete? Non dimenticatele, perché è la legge che ci dà Gesù”… “Noi siamo abituati a imparare i dieci comandamenti, ma non le Beatitudini! Proviamo invece a ricordarle e a imprimerle nel nostro cuore..allora, il primo compito è leggere le Beatitudini, il capitolo V del Vangelo di Matteo, e l’altro compito è leggere il capitolo XXV, che contiene il protocollo, le domande che Gesù ci farà alla fine dei tempi”…“Come Mosè aveva stipulato l’alleanza con Dio in forza della legge ricevuta sul Sinai, così Gesù, da una collina in riva al lago di Galilea, consegna ai suoi discepoli e alla folla un insegnamento nuovo che comincia con le Beatitudini”… “In queste parole c’è tutta la novità portata da Cristo: le Beatitudini sono il ritratto di Gesù, la sua forma di vita e sono la via della vera felicità, che anche noi possiamo percorrere con la grazia che Gesù ci dona”…“Leggo le Beatitudini e penso come deve essere la mia vita cristiana, e poi faccio un esame di coscienza leggendo il capitolo 25 del Vangelo di Matteo”. “Ci farà bene, sono cose semplici ma concrete”.

 

La conclusione di queste riflessioni ci è suggerita dalla lettera di Giovanni, dove egli ricorda che la santità non è solo una realtà futura, ma è già un bene presente in noi che, in forza del Battesimo, siamo figli di Dio: la tensione tipicamente cristiana è tra ” un siamo Figli” e un “saremo simili a Lui”; tra un “già” e un “non ancora”… un” non ancora” che si costruisce giorno per giorno, a piccoli passi.

 

 

Dio continua a renderci santi

 – ogni volta che noi ci riconosciamo e viviamo da “figli”,

─ ogni volta che il seme della Parola trova dimora in noi e porta frutto,

─ ogni volta che la grazia dei Sacramenti ravviva in noi il Suo Mistero di salvezza,

─ ogni volta che noi nel fratello sappiamo riconoscere la Sua presenza,

─ ogni volta che Lo rendiamo presente tra gli uomini.

 

Le beatitudini

1 Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e,

messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli.

2 Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:

3 «Beati i poveri in spirito,

perché di essi è il regno dei cieli.

4 Beati gli afflitti,

perché saranno consolati.

5 Beati i miti,

perché erediteranno la terra.

6 Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,

perché saranno saziati.

7 Beati i misericordiosi,

perché troveranno misericordia.

8 Beati i puri di cuore,

perché vedranno Dio.

9 Beati gli operatori di pace,

perché saranno chiamati figli di Dio.

10 Beati i perseguitati per causa della giustizia,

perché di essi è il regno dei cieli.

11 Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e,

mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.

12 Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.

 

La conclusione di queste riflessioni ci è suggerita dalla lettera di Giovanni, dove egli ricorda che la santità non è solo una realtà futura, ma è già un bene presente in noi che, in forza del Battesimo, siamo figli di Dio: la tensione tipicamente cristiana è tra ” un siamo Figli” e un “saremo simili a Lui”; tra un “già” e un “non ancora”… un” non ancora” che si costruisce giorno per giorno, a piccoli passi. 

Chiara e Mario