Non è cosa facile parlare o augurare PACE in questo periodo, né tantomeno sentirsi compresi pienamente nel messaggio angelico di “Pace in terra agli uomini di buona volontà”.
Perciò…dovremmo rinunciare?
Intendo, ad augurarLa, a parlarne ancora con senso? Rinunciare a darLe gusto?
O non dobbiamo forse ri-lanciare il termine, a condizione che sia condito, appunto, con un bel po' di “sale della terra” e “lievito che fa fermentare”?
Sale e lievito che sanno trasformare mucchietti di pasta in pani e pizze e focacce e dolci in una varietà di gusti e sapori per tutti i gusti e tutte le tasche!!!
Pace che sa trasformare le intenzioni a seconda della nostra sensibilità, condizione, sentimenti provati, caratteristiche innate, percorsi fatti…
Ma che trasforma…piano piano, quasi con prudenza, ma quando è pronta…
Ce n'è per tutti!!!
Pace attiva che sprona,
Pace mobile che investe,
Pace accorta che ascolta,
Pace paziente che attende,
Pace contagiosa che moltiplica,
Pace sussurrata che incoraggia,
Pace misericordiosa che abbraccia…
“Occorre forse una rivoluzione di mentalità per capire che
la Pace non è un dato, ma una conquista.
Non un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno.
Non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo”
(don Tonino Bello).
Allora, inseriamo nello zaino da viaggio, con cui affronteremo il neonato anno 2016, un pizzico di tutti questi ingredienti; togliamoli poco alla volta dal contenitore e con pazienza -anche verso noi stessi, impastiamoli affinche il prodotto finale ci faccia meritare persino una metaforica medaglia al valore della Pace…
Buon cammino a tutti, buon impasto a tutti, ottimo prodotto di Pace a ciascuno…