all’Incontro Mondiale delle Famiglie 2018
Disponibili in cinque lingue, sono corredate da itinerari musicali, video e clip multimediali
Spesso, dinanzi a quelle vicende umane improvvise, inaspettate, sorprendenti, in cui non si scorge un benché minimo senso logico, e da cui non si riesce a trarre alcun beneficio, la reazione del cuore è quella della repulsione, della ribellione per giungere a volte all’esasperazione, sprofondando così nella rabbia più totale. Per nessuna persona sulla terra la vita si svolge secondo i piani e programmi desiderati. Vivere diventa così un’eterna lotta, fatta spesso di compromessi e di equilibrismi, e dove a denti stretti si cerca sempre di conquistare quanto sembra dovuto. La parola “sperare” nel linguaggio corrente diventa così ambire di raggiungere con tutto se stessi quanto il cuore desidera augurandosi di riuscirci veramente. Allora non può non sorgere la domanda: Ma è possibile che sperare voglia dire entrare in questo vortice di incertezza e al contempo di lotta continua per un ideale che ogni giorno debba essere nuovamente affermato e conquistato? Vale la pena vivere la propria vita spendendosi totalmente per un qualcosa che appare sempre irraggiungibile? Davanti a questa logica imperante che abita e domina la terra si fa avanti la figura di Maria, di colei che, avendo vissuto lo stesso e identico dinamismo delle vicende umane toccandone persino il fondo, si pone in modo del tutto diverso o, per dir meglio, opposto. Se guardiamo la storia della sua vita trasmessa dai racconti evangelici, vediamo che anche Maria vive quanto mai avrebbe potuto immaginare. Le sue prime parole che conosciamo sono infatti proprio queste: “Com’è possibile?”.