Discernimento per le coppie che vivono una nuova unione

Scarica la nota ACCOMPAGNARE, DISCERNERE e INTEGRARE le coppie separate e divorziate che vivono in una nuova unione

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Da Difesa del Popolo 25 febbraio 2024

Cercare verità. In coscienza
Coppie separate e divorziate che vivono una nuova relazione affettiva, possono usufruire
di un servizio di accompagnamento spirituale presente in Diocesi. Con un gruppo dedicato

Da quasi cinque anni – era il giugno 2019 – è presente nella nostra Diocesi un’équipe di laici e presbiteri con diverse competenze incaricata dal vescovo di accompagnare le coppie in nuova unione, persone che, avendo alle spalle un’esperienza di separazione e divorzio, stanno vivendo una nuova relazione di coppia.
L’équipe è il frutto di un interesse rilanciato, in modo creativo e strutturato, da papa Francesco nel 2016, con la pubblicazione dell’esortazione apostolica Amoris laetitia a seguito dei due Sino di sulla famiglia e opportunamente raccolto in una Nota pastorale diocesana.
Scopo ambizioso di questa ulteriore forma di accompagnamento spirituale è che le coppie che hanno sperimentato il naufragio del proprio matrimonio e hanno successivamente avviato nuove relazioni affettive, possano sperimentare la “gioia dell’amore”: quella letizia che lo Spirito pone come seme nel sacramento del matrimonio, ma che promuove anche in ogni altra coppia desiderosa di costruire con fede una vita insieme. Il capitolo ottavo dell’esortazione apostolica incoraggia, con robuste motivazioni e precise indicazioni sullo svolgimento, questo tipo di accompagnamento al fine di aiutare realmente le persone coinvolte a vivere la propria fede con la comunità cristiana.
L’accompagnamento delle coppie in nuova unione ha una storia almeno ventennale nella nostra Diocesi, grazie agli incontri mensili di spiritualità “Legami spezzati” promossi dall’ufficio diocesano di Pastorale della famiglia, ma la proposta attivata a margine della pubblicazione di Amoris laetitia, è qualcosa di diverso: suo scopo non è sostenere la vita spirituale delle persone che hanno realizzato una nuova famiglia, avendo già alle spalle una relazione matrimoniale, bensì aiutare le coppie a illuminare la propria coscienza, così da meglio comprendere la volontà di Dio sulla relazione e su quella con le altre persone coinvolte dalla loro vita insieme.

Ciò avviene attraverso colloqui personali e di coppia con uno o due membri dell’équipe, incontri cordiali e distesi nel tempo, nutriti di preghiera insieme e lettura della Parola di Dio. Incontri arricchiti inoltre da vari apporti – umano, spirituale, canonico, pastorale – nonché da una supervisione dell’intera équipe incaricata, al fine di individuare i passi da compiere davanti al Signore e alla comunità, fossero anche quelli di accedere ai sacramenti della confessione e dell’eucaristia.
Dentro a questa forma di accompagnamento viene affrontata anche la tematica dell’eventuale nullità del matrimonio celebrato in chiesa, passaggio importante per l’approfondimento della storia della separazione e del divorzio, ma anche per aprire la strada a un’eventuale celebrazione del matrimonio nella nuova realtà costruita.
Tale percorso, viene quindi affidato al Tribunale ecclesiastico che, dopo le opportune verifiche, può accompagnare le persone coinvolte in un regolare processo canonico – peraltro semplificato nel 2015 – dinanzi al Tribunale ecclesiastico o nel cosiddetto “processo breve” – sempre introdotto nel 2015 – dinanzi al vescovo diocesano.
L’intero cammino trova il suo asse portante nella coscienza delle singole persone e della coppia.
Non sono gli accompagnatori coloro che devono indicare alla coppia i passi da compiere all’interno della vita famigliare ed ecclesiale: essi hanno solo il compito di affiancare in modo cristiano e competente le persone coinvolte affinché possano avere gli strumenti per compiere delle scelte secondo la volontà di Dio. Sono le coppie in nuova unione i soggetti del discernimento: spetta a loro individuare i passi da compiere.
Ed è qui che si apre l’ampio panorama della proposta: gli accompagnatori, supportati dall’intera equipe, hanno il compito di aiutare la coppia a vivere la propria situazione davanti al Signore, a fare verità sulla propria storia e sulle proprie responsabilità alla luce della Parola di Dio e della riflessione della Chiesa, incoraggiandole ad addentrarsi nelle proprie ferite, a considerare il bene maturato nel tempo, a compiere i passi che gioverebbero alla coppia, ma anche a tutte le persone ad essa collegate, quelle più vicine e quelle più lontane.

Personalmente, ritengo che la grande ricchezza di quanto proposto da Amoris laetitia e attivato in Diocesi con l’équipe incaricata dal vescovo, consista proprio nel riconoscimento esplicito della coscienza delle persone coinvolte.
Nella riflessione morale cristiana la coscienza occupa un posto centrale che il Concilio Vaticano II ha ribadito: «L’uomo ha una legge scritta da Dio dentro il suo cuore; obbedire (ad essa) è la dignità stessa dell’uomo, e secondo questa egli sarà giudicato. La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli è solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità».
Il concetto di coscienza è talvolta frainteso ed evocato per giustificare il relativismo individualista: esperienze come queste mi sembra dicano la bontà e l’opportunità della riflessione ecclesiale.
In questo luogo interiore, umano e personale abita la voce del Signore che ogni coppia, anche in nuova unione, può ascoltare per dare respiro alla “gioia dell’amore che si vive nella famiglia”.

Don Silvano Trincanato direttore dell’ufficio diocesano di pastorale della famiglia

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Dalla Difesa del Popolo

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