Il vangelo della vigilia di Natale in cui l’attesa trepidante si dispone all’accoglienza gioiosa, presenta la genealogia di Gesù, un elenco apparentemente arido di nomi, di ognuno dei quali è detto due volte “generò”, uno come padre e l’altro come figlio; nomi dei padri nella fede, nomi di grandi re e di persone sconosciute; nomi di quattro donne, tutte straniere e quasi tutte prostitute ed adultere.
E’ dentro questa storia e questa famiglia che nasce quel Bambino che ancor oggi suscita tenere nostalgie e desideri di festa. Ed è dentro un’umanità fatta di luci e di ombre, di gloria e di miseria, di fedeltà e di tradimenti che, ancora una volta il vangelo ci dice che Dio genera suo figlio, perché questa umanità e non altre egli ama e, in essa e con essa, costruisce storia di salvezza.
Così ci è possibile comprendere meglio la festa del Natale, oltre le strumentalizzazioni di ogni tipo, ed inserirci nella sua dinamica generatrice, aperta al passato e al futuro, su un mistero che ci precede e, nel contempo, ci comprende. Tutti!
L’essere di ognuno di noi, delle nostre famiglie e comunità, della società, è allo stesso tempo radice e frutto. Frutto che, oggi, è nelle nostre mani: dipende dal nostro impegno e dalla nostra responsabilità e da quanto sapremo affidarci a quel Dio che, a motivo dell’incarnazione, troviamo presente in ogni uomo e in ogni situazione di vita.
Allora … alle coppie di sposi e alle famiglie, agli sposi in situazione di separazione, divorzio e nuova unione, al nostro Vescovo e a tutti i nostri preti, ad ogni persona che abita nel vasto territorio della nostra diocesi e a chi, in questo momento, è lontano
BUON NATALE