Partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi (Mt 1, 23)

L'attesa trepidante ci dispone all'accoglienza gioiosa

Il vangelo della vigilia di Natale in cui l’attesa trepidante si dispone all’accoglienza gioiosa, presenta la genealogia di Gesù, un elenco apparentemente arido di nomi, di ognuno dei quali è detto due volte “generò”, uno come padre e l’altro come figlio; nomi dei padri nella fede, nomi di grandi re e di persone sconosciute; nomi di quattro donne, tutte straniere e quasi tutte prostitute ed adultere.
E’ dentro questa storia e questa famiglia che nasce quel Bambino che ancor oggi suscita tenere nostalgie e desideri di festa. Ed è dentro un’umanità fatta di luci e di ombre, di gloria e di miseria, di fedeltà e di tradimenti che, ancora una volta il vangelo ci dice che Dio genera suo figlio, perché questa umanità e non altre egli ama e, in essa e con essa, costruisce storia di salvezza.
Così ci è possibile comprendere meglio la festa del Natale, oltre le strumentalizzazioni di ogni tipo, ed inserirci nella sua dinamica generatrice, aperta al passato e al futuro, su un mistero che ci precede e, nel contempo, ci comprende. Tutti!
L’essere di ognuno di noi, delle nostre famiglie e comunità, della società, è allo stesso tempo radice e frutto. Frutto che, oggi, è nelle nostre mani: dipende dal nostro impegno e dalla nostra responsabilità e da quanto sapremo affidarci a quel Dio che, a motivo dell’incarnazione, troviamo presente in ogni uomo e in ogni situazione di vita.
Allora … alle coppie di sposi e alle famiglie, agli sposi in situazione di separazione, divorzio e nuova unione, al nostro Vescovo e a tutti i nostri preti, ad ogni persona che abita nel vasto territorio della nostra diocesi e a chi, in questo momento, è lontano

                                                                            BUON NATALE