È POSSIBILE EDUCARE ALLA SOBRIETÀ IN TEMPI DIFFICILI COME I NOSTRI , SEGNATI DA UN SEMPRE PIU’ DIFFUSO CONSUMISMO?LA SOBRIETÀ NON È STERILE MORTIFICAZIONE, MA “LUOGO” DI CRESCITA UMANA E DI SOLIDARIETÀ ATTIVA CON CHI FA PIÚ FATICA. |
QUALCHE INDICAZIONE CONCRETA
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Mettere Dio al centro: “Non potete servire a Dio e a mammona” (cf. Mt 6,24; Lc 16,13). “Mammona” è una parola che si riscontra anche negli scritti rabbinici e significa ricchezza. La sobrietà è la scelta di dare il primato a Dio e non ai beni economici.
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Acquistare solo ciò che serve: vigilare su come si spende il denaro non trova giustificazione solo nell’esigenza di non sperperare, ma soprattutto in quella di fare a meno di ciò che non è necessario. Le cose devono servire e non essere l’oggetto con cui soddisfare i nostri desideri.
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Educare i figli a scegliere non con il criterio del piacere o del profitto, ma in base ai propri doni e alla propria vocazione.
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Porre nel proprio bilancio le necessità dei poveri, perché la sobrietà deve abbinarsi alla solidarietà e alla condivisione. È una sobrietà di giustizia.
ANTONIA FANTINI GIà Dirigente scolastico. Della Redazione di Famiglia Domani Carpi (MO)