Cura della famiglia, del Creato, dei poveri
Cosa significa educare i nostri figli all’amore? Il tema non è tra i più semplici, ci verrebbe da dire, proprio in questo tempo storico che accentua la complessità su più fronti, ma forse ci stiamo nascondendo dietro a questo pensiero; da sempre infatti l’arte di educare i figli s’impara sul campo, a suon di errori, incomprensioni, equilibri persi, ma anche piccole soddisfazioni inattese.
Pensiamo a Maria e Giuseppe quando non trovavano più il loro figlio dodicenne, non avranno pensato: ma che genitori siamo? Non si saranno sentiti in colpa per aver perso di vista Gesù? Non si saranno arrabbiati con lui? Anche Gesù, Figlio di Dio, come tutti i bambini, ha avuto la necessità di crescere in una famiglia vivendo un’esperienza significativa di amore gratuito, tenerezza, perdono e gioia.
Siamo Roberto e Barbara, genitori di cinque figli di varie età e viviamo da tre anni a Bethesda (Casa della Misericordia), una comunità di famiglie alle porte di Padova (quartiere Sacro Cuore). In queste righe vogliamo condividere la nostra esperienza, non consegnare ricette e strategie. Oltre alla complessità della famiglia numerosa, anche la comunità stessa ci mette quotidianamente di fronte al tema dell’educazione dei figli che cerchiamo di affrontare insieme. Viviamo costantemente sotto esame (soprattutto con gli adolescenti), che non perdono un colpo nel farci sentire dei genitori sbagliati, che falliscono costantemente nel cedere ai capricci dei piccoli, accontentandoli con regole più permissive.
Essendo in tanti, il tempo per curare le relazioni è sempre poco; dobbiamo essere attenti nel dedicare il giusto tempo sia ai grandi che ai piccoli e capire che hanno bisogno di attenzioni diverse per l’età e le richieste che ci fanno. In questo la scelta di vivere vicini ad altre famiglie ci dà la possibilità di aiutarci.
Spesso ci si arrabbia, per colpa del fratello o della sorella, oppure semplicemente si esprimono in famiglia i propri malesseri e rabbie; le relazioni più intime e care ti danno la libertà di poterti sfogare, per questo è importante chiedere scusa, anche tra marito e moglie, educando i nostri figli al perdono che prevale sulla discordia, sperimentando così una comunione sincera e gratuita.
Il potenziale della famiglia e nel nostro caso della comunità è la possibilità di avere molte risorse: educare all’amore per noi significa anche prestarsi le cose, i giochi, un vestito, oppure chiedere un consiglio o un punto di vista diverso. Vivere fraternamente aiuta a non avere pretese e a non fare richieste fuori misura. Ci dà la possibilità di fermarci e chiederci: ma siamo proprio sicuri che la dispensa sia vuota? Siamo sicuri di essere proprio senza vestiti?
Questo per noi è amore: avere cura delle relazioni familiari ma anche del Creato, dei poveri e bisognosi; i piccoli ci insegnano molto, non alzano i muri che noi adulti abbiamo e sono i primi che ci educano all’amore: è bello che senza farsi troppi problemi invitano l’ospite a tavola.
PAG12DIF12 continua la seconda pagina venerdì 1 aprile 2022