“TU SEI PREZIOSO AI MIEI OCCHI”

di suor Lia Pasquale dalla Difesa del Popolo di domenica 27 marzo 2022

Il settimo capitolo di Amoris laetitia, in cui papa Francesco incoraggia i genitori nel loro delicato compito di educare i figli, è un piccolo trattato di pedagogia che recupera elementi sapienziali dall’esperienza di vita concreta, un percorso di riflessione, un invito ad
assumere con fiducia la responsabilità verso le nuove generazioni

Nella mia piccola esperienza di incontro e di ascolto di tante coppie e di genitori, spesso avverto, soprattutto in questo tempo, un diffuso senso di inadeguatezza, una percezione di incapacità verso i figli che riescono quasi sempre a destabilizzare ogni certezza
degli adulti. “Rafforzare l’educazione dei figli” è il titolo del 7° capitolo di Amoris laetitia, nel quale papa Francesco sembra voler rinforzare, incoraggiare i genitori, nel loro delicato compito di educare i figli e le sue indicazioni sono davvero preziose!
Il testo è un piccolo trattato di pedagogia che recupera elementi sapienziali dall’esperienza di vita concreta, un percorso di riflessione, un invito ad assumere con fiducia la responsabilità verso le nuove generazioni.
«Lo sviluppo affettivo ed etico di una persona richiede un’esperienza fondamentale: credere che i propri genitori sono degni di fiducia… Quando un figlio non sente più di
essere prezioso per i suoi genitori nonostante sia imperfetto, o non percepisce che loro nutrono una preoccupazione sincera per lui, questo crea ferite profonde che causano
molte difficoltà nella sua maturazione» (AL 263).
Si tratta di avere lo stesso sguardo che ha Dio sul suo popolo: «Tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo» (Is 43,4). È nel riconoscersi preziosi, degni
di stima e amati che si cresce, si matura verso un esercizio corretto della propria libertà, ma l’amore non si racconta, si vive, come afferma Jung: «I bambini vengono educati da
quello che gli adulti sono e non dai loro discorsi». I genitori trasmettono amore verso un figlio anzitutto attraverso il loro reciproco amore, questo li rende credibili, degni di fiducia, così allora ogni gesto d’amore verso i figli diventa fonte di vita e di crescita, predispone all’apertura, crea reciprocità, diventa una base solida, una radice sicura che suscita curiosità, interesse, stupore, solidarietà verso “l’altro”.
Quando ci si sente amati, ci si colloca di fronte all’altro senza paura: «Il compito educativo deve suscitare il sentimento del mondo e della società come “ambiente familiare” è un’educazione al saper “abitare”, oltre i limiti della propria casa. Nel contesto familiare si insegna a recuperare la prossimità, il prendersi cura, il saluto. Lì si rompe il primo cerchio del mortale egoismo per riconoscere che viviamo insieme ad altri, con altri, che sono degni della nostra attenzione, della nostra gentilezza, del nostro affetto» (AL 276).
Nell’enciclica Fratelli tutti, papa Francesco ci ricorda anche che nelle relazioni interpersonali «c’è bisogno di gesti fisici, di espressioni del volto, di silenzi, di linguaggio corporeo, e persino di profumo, tremito delle mani, rossore, sudore, perché tutto ciò parla e fa parte della comunicazione umana» (FT 43). I figli recepiscono ogni tratto, ogni
sfumatura dell’amore dei propri genitori, avvertono amore anche quando la mamma e il papà correggono: «Un bambino corretto con amore si sente considerato, percepisce
che è qualcuno, avverte che i suoi genitori riconoscono le sue potenzialità» (AL 269); anche quando lo educano alla capacità di attendere: «Rimandare non è negare il deside-
rio, ma differire la sua soddisfazione… quando si educa ad imparare a posporre alcune cose ad aspettare il momento adatto, si insegna che cosa significa essere padrone di sé,
autonomo davanti ai propri impulsi» (AL 275).
I genitori amano i loro figli anche aiutandoli a “stare” nella fragilità, nella debolezza umana: «Un’educazione che tiene al riparo dalla sensibilità per la malattia umana, inaridisce il cuore. E fa sì che i ragazzi siano “anestetizzati” verso la sofferenza altrui, incapaci di confrontarsi con la sofferenza e di vivere l’esperienza del limite» (AL 277).
Grazie dunque cari genitori, perché il vostro impegno nella famiglia «è avere il coraggio di far parte del sogno di Dio, il coraggio di sognare con Lui, il coraggio di costruire con Lui, il coraggio di giocarvi con Lui questa storia, di costruire un mondo dove nessuno si senta solo» (AL 321).

 

Metti in circolo il tuo amore

Scoperta della capacità di amare

“Sì all’educazione sessuale” titola uno dei paragrafi dell’Amoris laetitia, ma non sembri un’assoluta novità: già la dichiarazione Gravissimum educationis del Concilio Vaticano II prospettava la necessità di «una positiva e prudente educazione sessuale» che
raggiungesse i bambini e gli adolescenti (cf. AL 280).
Forti di questo incoraggiamento, confermati peraltro dalla Lettera dei giovani alla Chiesa di Padova all’indomani del Sinodo dei giovani, dal 2017 gli Uffici diocesani di pastorale
della famiglia, delle vocazioni e dei giovani e il Settore giovani dell’Azione cattolica hanno attivato alcune attività formative per i giovani e gli educatori per offrire delle adeguate
informazioni in tema di affettività e sessualità, ma anche per attivare dei percorsi virtuosi di scoperta di sé e dell’altro nonché di educazione all’amore.
La proposta “Metti in circolo il tuo amore” tende a compiere con loro un vero e proprio percorso in più tappe, con una prima parte residenziale e una seconda a incontri distinti. Nei diversi passaggi, li si aiuta a scoprire il dono e il valore delle proprie emozioni e ad arricchire il proprio vocabolario emotivo; a valutare il proprio modo di amare alla luce del Vangelo e a individuare i cantieri affettivi ancora aperti cercando di valorizzare alcune risorse utili; ad approfondire e valutare alcune esperienze affettive, riconoscendone i bisogni sottostanti e le modalità costruttive per esprimerle e così riconoscere la propria vocazione ad amare e ad esprimere l’affettività in un personale progetto di vita, anche scegliendo alcuni strumenti a disposizione per intraprendere questo percorso.
Un elemento particolarmente significativo della proposta – che è intensa e coinvolge ogni anno un gruppo di giovani – è l’offerta di alcuni elementi utili per il discernimento personale nel concreto delle dinamiche che le relazioni provocano, interpellando la personale capacità di amare.

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