Maria e Raimondo Scotto: anche i coniugi anziani devono puntare a una relazione che possa risvegliare in loro la felicità La tenerezza nutre il rapporto coniugale ad ogni età, anche quando si diventa anziani. E se non è più possibile il piacere fisico è sempre possibile quello che Maria e Raimondo Scotto definiscono «l’orgasmo del cuore». Coniugi, lei psicopedagogista, lui medico, sono esperti di temi familiari, coppia e affettività e hanno svolto innumerevoli attività a favore della famiglia e partecipato a convegni nazionali e internazionali. Scrivono da anni insieme saggi sul rapporto di coppia.
L’ultimo, Risvegliare la felicità. La dimensione gioiosa della vita di coppia (Città Nuova), affronta in modo originale, accattivante e preciso il tema della vita sessuale. Maria e Raimondo scrivono con serenità e competenza, senza imbarazzi, approfondendo anche il tema sempre un po’ spinoso dell’amore coniugale nella terza età.
“L’erotismo più sano, sebbene sia unito a una ricerca di piacere, presuppone lo stupore, e perciò può umanizzare gli impulsi”. Lo scrive papa Francesco in Amoris laetitia (n.151) e appare una bella sintesi della dimensione sessuale della vita di coppia. Come si può spiegare in termini più semplici?
Il coniuge va guardato con occhi sempre nuovi, con lo stupore di fronte alle continue novità che lo Spirito opera in lui. Questo evita la sua strumentalizzazione e impedisce noia e monotonia, rendendo sempre nuovo il rapporto di coppia, anche nella sua dimensione sessuale.
Ciò non esclude la ricerca del piacere, ma in una continua attenzione all’altro/a. È questo che fa passare gli impulsi dalla dimensione animale a quella umana.
Anche nel vostro libro citate il noto passaggio di Gaudium et spes, laddove dice gli atti sessuali quando “sono compiuti in modo veramente umano arricchiscono in gioiosa gratitudine gli sposi stessi”. Ci sono due espressioni che forse andrebbero approfondite. Cosa significa “in modo veramente umano”?
Giovanni Paolo II nella Familiaris Consortio (n.11) spiega bene questo concetto quando scrive che la sessualità “si realizza in modo veramente umano, solo se è parte integrale dell’amore con cui l’uomo e la donna si impegnano totalmente l’uno verso l’altra fino alla morte”. Il rapporto sessuale non è uno scambio di organi, ma un dono da “persona a persona”, che inizia fin dalle prime ore del giorno, anche attraverso i piccoli gesti quotidiani, fino a poter dire: Io mi dono totalmente a te e ti accolgo nella mia vita per sempre.
La seconda espressione un po’ criptica è la “gioiosa gratitudine”.
cosa significa?
È un ringraziarsi reciprocamente per la gioia che ognuno fa sperimentare all’altro. La gratitudine è una componente essenziale dell’amore, anche verso Dio che ha reso gli sposi capaci di generare questa gioia. La gratitudine si può riflettere su tutta la realtà. Dice papa Francesco che “se siamo portatori di gratitudine, anche il mondo diventa migliore” (30.12.2020) Papa Benedetto nella Deus Caritas est (n.4) scrive che la sessualità coniugale può offrire “un certo pregustamento del vertice dell’esistenza, di quella beatitudine a cui il nostro essere tende”. Letteratura e teologia hanno sottolineato più volte il rapporto tra estasi sessuale, estasi spirituale e trascendente. Qual è la vostra opinione a riguardo?
Dio desidera essere amato con la stessa passione di due amanti. Per questo spesso i mistici, durante l’estasi spirituale, usano spesso un linguaggio erotico per esprimere la loro esperienza di Dio. Giovanni della Croce, quando stava morendo, non ha voluto ascoltare un salmo penitenziale, ma il Cantico dei Cantici, questo poema d’amore inserito nel cuore della Bibbia, che celebra l’amore appassionato tra un uomo e una donna. Da questo si può intuire cosa è l’eros per Dio: un dono per l’essere umano perché egli ne goda e contemporaneamente il richiamo ad un amore più grande, all’amore immenso di Dio per noi. Durante l’intimità coniugale, in qualche modo, si potrebbe sperimentare qualcosa di simile alla gioia che nasce dalla piena comunione con Lui.
L’espressione della sessualità coniugale non sempre può andare di pari passo con l’apertura alla vita.
L’attenzione per i tempi fecondi, nell’ottica di una genitorialità responsabile, è un limite o un vantaggio per la dimensione gioiosa del rapporto intimo?
Potrebbe sembrare un limite, ma per noi e per tante coppie si è rivelato un vantaggio. L’attesa di qualcosa che ci dona gioia accresce il desiderio. Certamente, nei tempi fecondi, la situazione ormonale genera una maggiore attrazione fisica che facilita il rapporto sessuale ma, tenendo presente che il primo organo sessuale è il cervello, man mano che si accumulano ricordi di momenti lieti e di atmosfere giocose, di dialoghi ricchi di passione, di vera intimità, il desiderio può fiorire contro ogni aspettativa, al di là della situazione ormonale. Il tutto e subito può creare assuefazione e, col tempo, disinteresse, mentre l’attesa è un alleato dell’amore, se la si vive con complicità e con maggiore attenzione ai bisogni del partner.
Eros e gioco. Voi scrivete che “non si tratta di fare ciò che si vuole… pur di raggiungere il piacere, ma di scegliere solo quei particolari gesti del gioco che aiutano a crescere come singoli e come coppia”.
Quindi possiamo concludere che si è d’accordo entrambi il limite può essere spinto molto avanti?
Non basta l’accordo, occorre che il gioco aiuti la crescita della comunione. Se vissuto con rispetto, attenzione, ascolto dell’altro, senza egoismi, dona una pace e una serenità ineguagliabili. Il Vangelo deve entrare anche nella camera da letto, non può restarne fuori. Il “dà e ti sarà dato” è una risorsa fondamentale per gli amanti. Se si è in questo atteggiamento interiore ricco di tutte le sfumatura della carità, di cui parla san Paolo, si comprende più facilmente qual è quel limite che non si può oltrepassare. Cosa possono trarre ancora dal piacere sessuale due coniugi anziani, che nella loro vita di coppia hanno già visto e sperimentato molto? Sbagliato pensare che dopo una certa età il rapporto deve nutrirsi soprattutto di tenerezza? Il fatto che due coniugi anziani hanno già visto e sperimentato molto non significa che non possano trarre più niente dal piacere. Lo “stesso” non è in contrapposizione con il “nuovo”. Occorre avere occhi di poeta, che sanno scorgere nelle banalità quotidiane, nelle “stesse cose” di sempre una luce, una continua novità. Certamente il loro rapporto dovrà nutrirsi ancora di più di tenerezza, ma il contatto fisico sarà sempre indispensabile. Che tristezza guardare un corpo dimenticato, senza più abbracci, carezze, baci! Quando non sarà più possibile un orgasmo fisico, si può sempre sperimentare un “orgasmo del cuore,” quella pienezza di gioia che, pur diversa dal piacere sessuale, può invadere lo stesso il corpo in tutte le sue dimensioni. RIPRODUZIONE RISERVATA «Il Vangelo deve entrare anche in camera da letto. Non può restarsene fuori. Il “dà e ti sarà dato” è una risorsa fondamentale per gli sposi Una scelta interiore ricca di tutte le sfumature della carità per comprendere qual è il limite» Maria e Raimondo Scotto. Lei psicologa e pedagogista, lui medico Da tanti anni sono impegnati a favore della famiglia e insieme hanno scritto alcuni saggi sul tema della sessualità coniugale tradotti in molti Paesi.