Urgente cambiare le abitudini che non rispettano il valore economico e simbolico degli alimenti. Gli ultimi dati più confortanti.
Sarà per il cambiamento del clima o la perdita delle risparmiose abitudini di una volta ma di sicuro nella tendenza, diffusa anche tra gli italiani, allo spreco del cibo c’entrano il consumismo sfrenato, proprio del mondo occidentale, i ritmi impossibili che scandiscono le nostre giornate di lavoro e, non ultimi, gli effetti della globalizzazione. Però, a guardare bene i numeri, le cose non vanno poi così male: un miglioramento c’è stato, anche grazie alla campagna Spreco Zero. E molti altri Paesi sono messi peggio di noi.
A monitorare i comportamenti tenuti a tavola e lo shopping alimentare della popolazione famosa nel mondo per la pizza e la pastasciutta è, ormai da dieci anni, l’Osservatorio Waste Watcher che per la Giornata mondiale dell’ambiente, celebrata domani, pubblica i dati della sua rilevazione annuale, con uno sguardo e un’analisi che si allargano oltre i nostri confini. E lo fa con un libro a cura di Andrea Segré ed Enzo Russo, che affronta il “quanto”, il “cosa” e il “perché” del fenomeno: Lo spreco alimentare in Italia e nel mondo (editore Castelvecchi).
Vediamo allora come è andata nel 2022. Meglio dell’anno prima: lo dimostrano i 524,1 grammi pro capite a settimana di cibo gettato nel cassonetto da ogni italiano, che significano poco meno di 75 grammi al giorno e 27,328 chilogrammi all’anno di “materiale” commestibile di cui ci si è sbarazzati perché marcito, scaduto, ammuffito nel frigorifero o nella dispensa. La “top five” dei cibi più sprecati è rappresentata da frutta fresca (24 grammi settimanali a testa), insalate (17,6 grammi), dalla triade cipolle aglio tuberi (17,1), pane fresco (16,3) e verdure (16). Facendo la somma di tutti i fattori è stato rilevato un miglioramento rispetto all’anno precedente, ovvero una contrazione dell’11,92%, essendo stato allora lo spreco pari a 595,3 grammi settimanali pro capite. Ma, va da sè, il problema ancora esiste: buttiamo via troppo cibo. Le famiglie hanno cominciato a risparmiare per via della crisi economica ed energetica legata alla guerra in Ucraina, ma anche la pandemia da Covid 19 ha fatto la sua parte producendo una specie di effetto trascinamento con una riduzione di cene e pranzi al ristorante (-51%), colazioni al bar o fuori casa (-41%), piatti pronti acquistati nei supermercati o nelle gastronomie (-30%) e “delivery” che dopo il boom del lockdown è sceso del 31%. Ma vi sono anche sostanziosi tagli al carrello della spesa, dove finiscono quantità più limitate di pesce (26%), carne (-21%) e acqua minerale in bottiglia (-20%).
Fin qui, il punto della situazione. Ma come spiegare a tutti (e specialmente ai ragazzi, che sul tema sono quelli spesso più sbadati o distratti) quali sono le “buone pratiche” da adottare per risparmiare soldi evitando di appesantire ogni giorno il “sacchetto dell’umido”? Bisogna innanzitutto capire le “ragioni” (sbagliate) per le quali si butta via il cibo e cercare di fare attenzione a non metterle in pratica, per quanto a noi possibile. Le famiglie interrogate da Waste Watcher International hanno dato queste risposte: “la frutta e la verdura in vendita spesso vengono conservate in frigo e quando le porto a casa vanno a male”; “i cibi venduti sono già vecchi”; “ci sono troppe offerte”; “calcolo male le cose che servono e acquisto troppo”; “sono troppo lunghi i tempi tra una spesa e l’altra e il cibo si deteriora”; “ho sempre paura di non avere a casa cibo sufficiente”; “me ne dimentico e scade”; “compro confezioni troppo grandi”; “cucino oltre le necessità”; “non mi piacciono gli avanzi”; “acquisto cose che poi non mi piacciono”. E quali altri accorgimenti vanno seguiti per non sprecare cibo e stare bene di salute con quello che mangiamo? Le confezioni dei prodotti realizzate in materiali riciclati, più ecologiche, permettono di ridurre i rifiuti. Poi: le etichette con le scadenze e la composizione dell’alimento vanno sempre lette e considerate (grassi, proteine, additivi, coloranti). E, ancora: bisogna saper usare bene il frigorifero per conservare meglio e in sicurezza i cibi. Ecco allora alcuni consigli utili: fatta la spesa, i prodotti vanno subito messi nei loro comparti ai quali corrispondono le giuste temperature; evitare contatti tra surgelati (che vanno nel freezer) e non surgelati; non ricongelare mai gli alimenti scongelati; la temperatura del frigo non è mai costante su tutti i ripiani e varia dai 4 ai 5 gradi delle mensole centrali, agli 8 di quella più alta fino ai 10 dei cassetti posti in basso destinati a frutta e verdura (che in altre postazioni potrebbero rovinarsi); in alto vanno uova, formaggi, burro, yogurt e dolci, in mezzo affettati, cibi cotti, sughi, salse, avanzi e prodotti con la scritta “dopo l’apertura conservare in frigorifero”, in basso vanno sistemati carne, pesce, pollame e cibi crudi.
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