OTTOBRE…Missionario
…e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo.
Il mese scorso abbiamo festeggiato 20 anni di matrimonio. I sentimenti sono contrastanti: a volte, pensando alla gioia che ancora ci accompagna, ci pare sia stato solo ieri mentre altre per altri versi, guardando ai figli grandi, all’adipe accumulata, ai capelli persi e alle persone che ci hanno lasciato, ci sembra sia passata una vita.
Il Vangelo della XXVIII domenica del tempo ordinario, ci dà lo spunto per una riflessione sul tempo passato, sul presente che viviamo e sul futuro che speriamo: “ Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo”.
Sì, anche noi possiamo dire di essere stai guariti: l’amore sponsale ci ha guarito dall’individualismo, dall’egocentrismo e ci ha resi capaci, non senza difficoltà, di uscire da noi stessi, dalle nostre paure e insicurezze per andare verso l’altro e ci ha resi capaci di accogliere l’altro nella sua complessità, con tutti i suoi pregi e i suoi limiti. L’amore genitoriali, invece, ci ha guarito dalle nostre false sicurezze, ci ha resi forti e deboli al tempo stesso, ha messo in discussione le nostre certezze e ci ha obbligati a rendere ragione della Speranza che è in noi con le parole e con i fatti.
Il tempo del matrimonio è veramente un tempo di grazia, di continui cambiamenti che ci aiutano, a volte non senza fatica, a trovare sempre nuovi equilibri, nuove “guarigioni”.
La consapevolezza del Sacramento che abbiamo celebrato 20 anni fa è seme che è maturato ed ha portato piccoli frutti di gratitudine per quanto abbiamo ricevuto: con semplicità abbiamo accettato di accompagnare le coppie che si preparano al sacramento del matrimonio nella speranza che anche solo la nostra vicinanza possa far sentire come Dio è già presente nel loro amore e, attraverso di esso, si mostra non solo a loro ma al mondo intero; ci è capitato di accogliere e custodire le difficoltà di persone che con noi hanno aperto il loro cuore ferito; di visitare persone sole condividendo con loro anche piccole briciole del nostro tempo; di prestare servizio nella nostra comunità parrocchiale secondo le nostre capacità ed attitudini.
Forse, in questi anni, non abbiamo ringraziato a sufficienza per i figli che abbiamo ricevuto; il compito educativo (tirar fuori, non riempire) a volte è difficile da praticare fra le mura domestiche perché i figli sono diversi da come li vorremmo o fanno scelte che non condividiamo. Forse non abbiamo ringraziato abbastanza per le persone che abbiamo incontrato, anche quelle antipatiche perché spesso proprio queste ci hanno spronato a metterci in discussione; non abbiamo ringraziato abbastanza per la fortuna di avere un lavoro che attraverso il quale possiamo esprimerci, creare e trasformare; per il creato che non tuteliamo abbastanza. Forse, nell’impegno a ringraziare maggiormente Dio, dovremo allenarci anche a ringraziare più spesso chi ci sta accanto per le semplici cose che rendono piacevole ogni giornata: il pranzo, la biancheria pulita, il sorriso offerto,… Dovremo imparare a ringraziare di più anche per la presenza dei nostri sacerdoti che, nonostante i limiti propri di ogni uomo, cercano di starci accanto nel cammino della vita.
Saper ringraziare dice la grandezza dell’amore che passa nelle piccole cose di ogni giorno. L’augurio che ci scambiamo per il dono del matrimonio in questo mese missionario, è che ciascuno di noi sappia accorgersi dell’Amore di Dio che ci circonda e sappia ringraziarlo del suo sguardo premuroso, sicuri che lui ci porta sempre nel cuore e ci aiuta ad andare fiduciosi verso l’altro che non necessariamente si trova in terre lontane.
Per meglio festeggiare, vorremmo scambiaci anche un dono: in questi giorni abbiamo avuto modo di gustare una bellissima canzone dell’inossidabile Claudio Baglioni scritta qualche anno fa sul corale 147 di Bach: è una preghiera che racconta il presente su cui lavorare e il futuro in cui sperare “Per incanto e per amore”; ve la affidiamo (http://www.youtube.com/watch?v=dYxMX6zNCbQ).
Monica e Giancarlo