CURA AMOREVOLE DI CHI E’ FERITO

don Silvano Trincanato direttore dell’ufficio diocesano di pastorale della famiglia, Difesa del Popolo 17 aprile 2022

Nell’ottavo capitolo di Amoris laetitia emerge esplicitamente l’intenzione di papa Francesco: la Chiesa è chiamata ad accompagnare in un cammino di scoperta della volontà di Dio ogni persona che ha un matrimonio ferito nonché ad aiutarla a vivere come parte integrante della comunità.

Se c’è una parte dell’esortazione apostolica Amoris laetitia che è stata letta e riletta in questi anni è quella del capitolo ottavo, un testo atteso da tempo e frutto di tanto ascolto, che ha soddisfatto molti ma anche deluso altri, chi non voleva indicazioni diverse dalle precedenti e chi voleva un pronunciamento più possibilista. Oggetto del capitolo è l’accompagnamento delle coppie separate e divorziate e, in particolare, quelle in nuova unione, ossia coppie che convivono e hanno – uno o entrambi i partner – già celebrato un matrimonio. Il titolo dice esplicitamente l’indicazione di papa Francesco: la Chiesa è chiamata ad accompagnare in un cammino di scoperta della volontà di Dio ogni persona che ha un matrimonio ferito nonché ad aiutarla a vivere come parte integrante della comunità.
Se da un lato un battezzato che sceglie o subisce il divorzio oppure vive una nuova unione è comunque parte del corpo di Cristo che è la Chiesa, d’altra parte la sua situazione porta delle ferite che hanno dei riflessi nella vita personale e comunitaria su cui la carità chiede di versare «l’olio della consolazione e il vino della speranza» (cf Prefazio Comune VIII). Parte di questa cura amorevole è quella de discernimento spirituale, con cui la persona e la coppia ferita, accompagnati da un adulto nella fede che esprime la comunità stessa, compiono un cammino di ascolto della Parola di Dio, di verifica interiore, di preghiera e di guarigione interiore che porta luce sulle proprie responsabilità e sui passi futuri da compiere. In continuità con i documenti precedenti, Amoris laetitia incoraggia le comunità ad accogliere e accompagnare i separati e i divorziati, ma va oltre ciò chiedendo, per quanti sono in nuova unione, che ogni Diocesi offra un servizio di accompagna-mento personalizzato, con l’obiettivo di «aiutare ciascuno a trovare il proprio modo di partecipare alla comunità ecclesiale» (AL 297). «L’itinerario ha come meta l’integrazione di questi fedeli nella comunità cristiana nelle forme e nei modi che la loro coscienza, formata, accompagnata, illuminata e verificata nel confronto e nella preghiera, individuerà. Il percorso non ha come meta scontata i sacramenti, ma ha i tratti di un itinerario di conversione” (Accompagnare, discernere e integrare. Nota pastorale per la realizzazione di Amoris laetitia, Chiesa di Padova, 2019, n. 5).
Con Amoris laetitia, a poco più di cinquant’anni dalla costituzione conciliare Gaudium et spes, la Chiesa rinnova l’indicazione di una “retta coscienza” come luogo in cui maturare le scelte di vita personali e familiari: la libertà e responsabilità di ciascuno, d’altra parte, dev’essere profondamente rispettata e valorizzata, rifuggendo, come ha scritto il vescovo Claudio nell’introduzione alla Nota pastorale sopracitata, da «atteggiamenti paternalistici o clericali che rischiano di annacquare e deresponsabilizzare».
Ogni coppia e famiglia è invitata a coltivare nel quotidiano la vita interiore, la relazione con il Signore, l’approfondimento del Magistero così da maturare una coscienza sempre più capace di distinguere la voce di Dio da altre voci e comprendere la via da percorrere per coltivare il rapporto di coppia, formare una famiglia, costruire un futuro per sé e per i propri cari, vivere da cristiani in questo mondo.
«La misericordia del Signore ci stimola a fare il bene possibile» (AL 308) sottolinea papa Francesco. Tale affermazione non pone la coscienza in un orizzonte qualunquista, ma la chiama all’autentica responsabilità, a esplorare e scegliere i limiti e tutte le risorse a disposizione per compiere una scelta a misura di Cristo, fiduciosi della sua misericordia e della sua carità che rendono capaci di intraprendere anche percorsi ritenuti impossibili o fuori misura.

 

Legami spezzati e discernimento delle nuove unioni

Rilanciare l’esperienza cristiana

Dal 2005 l’ufficio diocesano di Pastorale della famiglia propone un percorso spirituale di gruppo – “Legami spezzati” – per persone separate, divorziate o
in una nuova unione. Gli incontri, mensili e con temi ripresi ogni due anni, offrono accoglienza, fraternità, ascolto, dialogo, riflessione, confronto con la Parola di Dio e preghiera, aiutando i partecipanti a orientare la propria vita alla luce del Vangelo. In tanti anni, la sensibilità nei confronti delle persone con un matrimonio ferito è cambiata e nelle comunità cristiane è cresciuta una sincera accoglienza. Ciò non toglie il bisogno per quanti ne fanno esperienza diretta di prendersi del tempo per rileggere la propria storia, fare verità, riscoprirsi amati dal Signore e capaci di offrire un nuovo contributo alla comunità.
14 anni dopo, su indicazione del capitolo ottavo di Amoris laetitia, il vescovo ha nominato un’équipe di due coppie di sposi, tre preti e una consulente familiare, che accompagni il discernimento delle coppie “in nuova unione”: gli interessati – coppie o singoli che hanno alle spalle un matrimonio e convivo-no – contattano per un primo colloquio la segreteria dell’Ufficio famiglia e in seguito possono intraprende un cammino personalizzato in cui «chiarire quali delle esclusioni indicate dalla Chiesa possano essere superate e se ci sia la possibilità e l’opportunità di poter celebrare i sacramenti della penitenza e dell’eucaristia. Il percorso è contraddistinto dalla preghiera, dal confronto con la Parola, dal graduale inserimento nella comunità cristiana.In alcuni casi l’accoglienza e l’integrazione ai sacramenti potrebbe iniziare o realizzarsi con alcuni servizi di carità» (Accompagnare, discernere e integra-re. Nota pastorale per la realizzazione di Amoris laetitia, Chiesa di Padova, 2019, n. 5).
Si tratta di una proposta impegnativa ma capace di rilanciare l’esperienza cristiana del singolo e della coppia. Durante il percorso si verifica anche se vi siano i presupposti per la nullità del matrimonio da sancire con processo canonico o processo breve, qualora gli elementi fossero particolarmente espliciti e riconosciuti da entrambe le parti.

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