Insieme, anima e corpo

da NOI famiglia&vita (Avvenire marzo 2018) di Carlo Rocchetta

C’é mistica nell’intimità?

Nonostante l’odierno sbandieramento del sesso e l’ampia liberalizzazione dei rapporti sessuali, non si può dire che le coppie posseggano oggi un’idea più matura dell’intimità nuziale e della sua bellezza: Un gran numero di esse la vive come un dato scontato, senza alcuna meraviglia e stupore. Il loro unirsi si riduce spesso a “fare sesso”, e “fare sesso” a un episodio transitorio, quando non si limita a uno sfogo di ordine solo fisico. E se è vero che una buona parte degli sposi conserva il sogno di una visione più romantica dell’intimità, non riducibile al fine di mettere al mondo figli, è altrettanto vero che molti di loro – dopo i primi anni di matrimonio – avvertono un forte calo del desiderio o si sentono delusi o persino frustrati. La questione di fondo risiede nel fatto che manca una visione alta dell’intimità nuziale; solo pochi di loro hanno acquisito la consapevolezza che il talamo rappresenta un “luogo teologico”, dove essi amandosi celebrano il sacramento delle nozze e crescono nella grazia dello Spirito.