Dalla realtà di ogni giorno lezione di fuducia e sobrietà

da NOI Famiglia&vita Avvenire Luglio 2020 Cesare Pagazzi

Nel 1942 Clive Staples Lewis pubblicava un breve testo destinato a grande fortuna, Le lettere di Berlicche. Si tratta , appunto, della raccolta di lettere inviate da Berlicche (diavolo molto avanzato nella carriera infernale) al nipote Malacoda, demonio principiante cui era stato affidato, come primo incarico, un giovane da destinare all’inferno. Il singolare epistolario offre un saggio delle strategie diaboliche per provocare disperazione, strada maestra verso la rovina della vita. Tra le dritte date da Berlicche al nipote si legge: “Aggrava quella caratteristica umana che ci è utilissima: l’orrore e la negligenza delle cose ovvie”. Come può un consiglio all’apparenza così innocuo contribuire a spingere  verso la disperazione? Berlicche suggerisce al nipote di insinuare al proprio “custodito” perfino pensieri e desideri spiritualissimi, pur da distrarre la sua attenzione dalle cose ovvie. Perchè mai distogliere dalle cose ovvie della vita sarebbe così deleterio? Forse perchè considerare le cose come ovvie è sintomo della presunzione di chi non è disposto ad imparare. Forse perchè più si scorgono le cose come ovvie più si ritengono dovute, rendendo inutile la gratitudine.  A ben pensarci, il consiglio di Berlicche è veramente diabolico poichè mira a distanziare dallo stile del Signore Gesù, attento a realtà ovvie come il mangiare , il bere, il lavoro nei campi, le pulizie domestiche, il seme che cade a terra e muore, il vento che non si sa da dove venga e dove vada…