LA PASQUA DELLE FAMIGLIE

di Luca Bortoli, direttore della Difesa del popolo di domenica 17 Aprile 2022

La resurrezione nella testimonianza di ogni giorno

Questa Pasqua è la Pasqua della famiglia. Lo è perché, a cinque anni dalla pubblicazione dell’esortazione apostolica Amoris Laetitia – che ha raccolto in sé il discernimento di due sinodi – proprio a una serie di famiglie sono state affidate le meditazioni della Via Crucis del Venerdì santo che ha fatto ritorno al Colosseo. Straziano le domande scolpite da una famiglia ucraina e da una russa nelle ultime due stazioni, sembrano emergere dal frastuono delle bombe, dal sangue versato per cieca violenza: «Dove sei Signore? Dove ti sei nascosto? Perché tutto questo? Quale colpa abbiamo commesso? Perché ci hai abbandonato? Perché hai abbandonato i nostri popoli? Perché hai spaccato in questo modo le nostre famiglie? Perché le nostre terre sono diventate tenebrose come il Golgota?» Qui c’è il dramma dell’invasione, il punto più tragico di una guerra scoppiata in verità otto anni fa nel Donbass, la parte più orientale dell’Ucraina dove si prepara una fase ancor più aspra del conflitto, come detto pubblicamente anche da Vladimir Putin. Ma c’è anche la speranza della risurrezione, di un futuro di vita e di riconciliazione tra popoli-famiglie-persone: «Signore insegnaci a fare pace – sono sempre parole delle due famiglie – a essere fratelli e sorelle, a ricostruire ciò che le bombe avrebbero voluto annientare». Una Pasqua in cui in piazza San Pietro risuonano anche i vissuti, spesso dolorosi, di famiglie che non stanno attraversando la guerra, ma che testimoniano fede e umanità ogni giorno. Tra i compositori dei testi delle altre stazioni, c’è una coppia di giovani sposi, proprio come Lapo che a maggio sposerà la sua Francesca e che a pagina 7 di questo numero ci racconta il suo incontro con il Signore: non un’illuminazione sulla via di Damasco come Paolo, bensì una relazione cresciuta nella quotidianità, grazie al fidanzamento. Meditano sulla Via Crucis anche una famiglia in missione, una coppia di anziani sposi senza figli, una famiglia numerosa, una famiglia con un figlio con disabilità, una coppia che gestisce una casa-famiglia, una famiglia con un genitore malato, una coppia di nonni, una famiglia adottiva, una vedova con figli, una famiglia con un figlio consacrato (e il pensiero va ai genitori dei cinque diaconi che il 29 maggio diventeranno presbiteri della nostra Diocesi), una famiglia di migranti. Infine, c’è anche una coppia di sposi che hanno perso un figlio, e lo strazio del loro dolore emerge in tutta la sua potenza nel racconto di chi trova conforto nell’associazione Figli in Cielo che ci ha aperto le porte e ha deciso di condividere con i lettori della Difesa nella storia di pagina 4 e 5.

L’elenco di queste famiglie è lungo, ampio, profonda è la loro esperienza di vita. Eppure non è tutto. E soprattutto, la Pasqua delle famiglie non si ferma al Venerdì santo, ma chiama tutti alla nuova Vita del sepolcro vuoto. Ce lo confidano Stefano e Silvia (a pagina 8 e 9), che hanno scommesso sul futuro loro e dei loro figli e hanno scelto per la loro vita anzitutto la comunità, che si è materializzata nel villaggio cimbro di Luserna dove la prima scritta che si legge entrando in paese è “Attenzione, bambini che giocano”, come se per una volta fossero loro, fragili e pochissimi, ad avere la precedenza sul mondo adulto. Nuova vita che testimoniano anche Monica ed Eugenio (a pagina 12), che un anno fa sono tornati a celebrare i sacramenti della confessione e dell’eucaristia dopo un lungo cammino nella Chiesa che ha riportato nella comunità, a tutti gli effetti, la loro “nuova unione”, proprio come recita il capitolo otto di Amoris Laetitia.

Nel dramma della guerra, nella fatica della pandemia che ancora miete vittima, c’è un luogo che emana calore per tutti, qualunque sia la condizione di ciascuno. E questo luogo è la famiglia. Anche laddove ci sono fatica e divisione, Pasqua è il momento giusto per mettere al primo posto tutto il bene che c’è, pur se magari in passato ci siamo fatti male. La famiglia (non per forza la propria) è quel posto in cui si ritorna quanto si è feriti e da cui si riparte quando tutto sembra finito. Buona Pasqua di cuore.

Prosegue con altri articoli della Difesa il 20 aprile