GENNAIO 2014 PACE
Giov. 14 "Vi lascio la pace, Vi do la mia pace..."
 
                                                 
                                                 
                                                Carissimi, in un contesto storico che appare grigio e senza speranza, in cui anche le nostre esistenze sembrano ridimensionarsi e ripiegarsi su se stesse, arriva il Natale: qui e ora facciamo memoria che Dio, nel suo rivelarsi, sceglie proprio la forma di persona umana, con le sue fragilità e con i suoi limiti, per invitarci a vivere una vita in abbondanza e pienezza.
 
                                                 
                                                “A voi laici spetta di farvi santi e di testimoniare la fede mediante le virtù che vi sono specifiche: la fedeltà e la tenerezza in famiglia, la competenza nel lavoro, la tenacia nel servire il bene comune, la solidarietà nelle relazioni sociali, la creatività nell’intraprendere opere utili all’evangelizzazione e alla promozione umana. A voi spetta pure di mostrare che il Vangelo è attuale e che la fede non sottrae il credente alla storia, ma lo immerge più profondamente in essa”.
 
                                                …e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Il Vangelo della XXVIII domenica del tempo ordinario, ci dà lo spunto per una riflessione sul tempo passato, sul presente che viviamo e sul futuro che speriamo: “ Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo”.
 
                                                (Luca 14, 25-33) “…se uno decide di costruire una casa, che cosa fa prima di tutto? Si mette a calcolare le spese per vedere se ha soldi abbastanza per portare a termine i lavori…La stessa cosa vale anche per voi: chi non rinunzia a tutto quello che possiede non può essere mio discepolo.”
 
                                                C’è una pagina del Vangelo che mi è particolarmente cara e che associo sempre al periodo delle vacanze estive perché, oltre ad essere riproposta sempre in una delle domeniche di luglio, mi fa riflettere sul tempo del riposo proprio di questi mesi. La scuola è terminata e già questo modifica radicalmente i ritmi in famiglia. Si desidera tutti “staccare” per ritemprarsi dalle fatiche di un anno cercando magari di cambiare ambiente, rifugiandoci in luoghi che ci aiutino a liberarci dallo stress…
 
                                                Mentre la domenica mattina ci prepariamo per andare a messa, echeggiano tra le mura di casa i versi della canzone “Servo per amore”. Le nostre figlie Anna e Giulia, prima di sedersi tra le fila del coretto parrocchiale, ripassano quasi sopra pensiero “… e sarai servo, servo di ogni uomo, servo per amore, sacerdote dell’umanità”.
 
                                                Chissà quanti l’avranno fatto, finora; mettersi cioè nei panni di Maria di Nazareth, ragazza poco più che adolescente, vergine e promessa sposa, con la prospettiva di un sereno e semplice futuro di sposa, di mamma e di vita famigliare e provare ad immedesimarsi nei suoi pensieri, nei suoi sentimenti, nei suoi atteggiamenti dopo l’annuncio sconvolgente “Concepirai di Spirito Santo…” rivoltole dall’angelo ed al quale aveva chiesto con disarmante semplice verità “Non sono mai stata con un uomo… come potrò diventare mamma?”, per decidere alla fine, liberamente e consapevolmente, di porsi a completa disposizione dopo quella frase “Nulla è impossibile a Dio!”.
 
                                                … Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».