Benedica la terra il Signore, lo lodi e lo esalti nei secoli (Dn 3,74)
A proposito di rogazioni
Maggio è il mese tradizionalmente dedicato a Maria. Questa devozione ci porta spesso a meditare su Maria come figura di mediazione e di intercessione nel rapporto tra Dio e l’uomo. Maria, innanzitutto, è la donna attraverso la quale Dio assume la natura umana: tutti gli uomini sono figli e hanno una mamma e anche la storia di Gesù parte da questa prima e fondamentale esperienza.
Esultiamo, facciamo festa, uniamoci alla gioia della Chiesa, alla gioia di ogni uomo! Ma perché gioire? Perché esultare? Gesù è risorto! La Pasqua ci invita alla speranza, alla fiducia e alla tenacia. Pasqua significa passaggio dalla morte alla vita, un passaggio definitivo per cui la vita non può più essere distrutta.
Come mai proprio nel deserto? Cosa possono offrire la terra arida, il caldo torrido, i cespugli avvizziti? Sembra un luogo desolato, eppure proprio il suo essere essenziale, lo fa scegliere come posto privilegiato per incontrare, intuire il significato profondo della propria vita: il fatto che un luogo sia “vuoto” non significa che sia sterile, contrario alla vita, ma piuttosto che sia pronto a riceverla.
Quante volte ci siamo stupiti e ci stupiamo di fronte ai nostri figli, alla loro vita che ci interroga e ci provoca… La vita è, per tutti, un dono di valore.L’umanità è come un grande tappeto colorato che cela un disegno bellissimo, un disegno che solo Dio vede nella sua completezza. Ciascuno di noi, con la sua vita, è un filo che contribuisce a rendere più bello questo disegno. Nessun filo è indispensabile, ma tutti i fili sono utili ed importanti e il tappeto perderebbe la sua bellezza se anche un solo filo mancasse.
Chi prende coscienza dell’amore infinito che Dio ha rivelato nell’umanità del proprio Figlio, “il Cristo, il Salvatore”, non può che comunicare a tutti la sua gioia. La gioia diviene incontenibile solo quando ci si rende conto che la “buona notizia” è per tutto il popolo, anche per le persone umili come i pastori, per tutte le genti e che il Figlio di Dio è venuto a portare la salvezza per tutti.
Il vangelo della vigilia di Natale, in cui l’attesa trepidante si dispone all’accoglienza gioiosa, presenta la genealogia di Gesù, un elenco apparentemente arido di nomi, di ognuno dei quali è detto due volte “generò”, uno come padre e l’altro come figlio. E’ dentro questa storia e questa famiglia che nasce quel Bambino che ancor oggi suscita tenere nostalgie e desideri di festa.
L'Avvento è il tempo simbolo dell'attesa, del rimanere svegli pronti a cogliere il Signore che viene. Natale è il momento per recuperare il valore della speranza e del nostro credere in un Dio che, per amore, si è fatto carne per noi per restarci accanto e condividere la nostra vita. La preghiera ci darà la forza di “andare oltre ” e vedere in ogni evento, lieto o triste, il Signore che è con noi, con le nostre famiglie.
Sono pronta! Vi ringrazio con il cuore per tutto ciò che avete fatto per me, ma se questo è il mio momento sono pronta al passaggio, sono pronta per fare la Sua Volontà : espressioni semplici, elementari, ma cariche di una fede invidiabile, che risuonano sulle labbra di una sposa e mamma settantenne, afferrata dalla malattia, ma desiderosa di consegnarsi al Signore della vita e della misericordia.